Il kitesurf è l’unico tra gli sport acquatici a rendere l’ebbrezza di saltare e compiere evoluzioni aeree veramente alla portata di tutti. Ecco in questa guida la spiegazione della tecnica per eseguire il salto base con una serie di preziosi consigli per chiudere al meglio questa manovra, gli errori da evitare e le fondamentali regole di sicurezza.

Uno degli elementi che contraddistingue il kitesurf tra tutti gli sport acquatici è la sua dimensione verticale, la capacità cioè dei rider di saltare, anzi di volare letteralmente anche a parecchi metri dall’acqua. Anche nel windsurf si salta, pensiamo al Freestyle o al Wave riding, ma la tavola a vela per esprimere simili acrobazie esige un livello tecnico molto avanzato e un lungo apprendistato. Nel kitesurf invece è possibile effettuare salti quasi subito, insomma appena si ha una planata solida, si sa bolinare, non si hanno problemi con il rilancio della vela dall’acqua e con il body drag e soprattutto si sa eseguire il self rescue. Basta uscire dalla fase principiante e si è pronti, diciamo con circa 50 ore di pratica.

Poi naturalmente imparare a saltare è anche questione di attitudine, personale soglia di rischio e approccio. Alcuni vogliono saltare il prima possibile, anzi magari si avvicinano a questo sport proprio attirati da questa possibilità, altri invece sono più cauti e timorosi. Certo è che l’ebbrezza di saltare prima o poi conquista tutti i kiter e regala una soddisfazione immensa. Anche perché il salto nella sua versione base è la porta d’ingresso a tutte le manovre aeree del Freestyle, del Freestyle Strapless, per non parlare del Big Air e dell’Air Style Hooked. In kite si salta con tutto: twintip, surfino, persino l’Hydrofoil.

Vediamo allora come si esegue un salto base, i punti critici di questa manovra, qualche trucco per chiuderla al meglio e gli errori da evitare.

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Dietro ogni buon salto, c’è lui, il Pop

Il principio del salto è sfruttare la tensione delle linee in modo da creare una sorta di effetto elastico che ci permette di sollevarci dall’acqua. Si possono distinguere tre fasi della manovra: lo stacco, il volo e l’atterraggio. Vediamole in progressione.

Per effettuare uno stacco dall’acqua potente e controllato è necessario padroneggiare il Pop. Si può saltare anche semplicemente invertendo l’ala in andatura, ma in questo caso il salto non potrà mai evolversi sia in termini di altezza che di controllo ed efficacia dell’intera manovra. Il Pop invece permette di staccarsi dall’acqua anche tenendo il kite fermo a 45 gradi e prendere confidenza con questo trick sarà fondamentale per tutte le manovre aree successive.

In cosa consiste esattamente? Il Pop non è altro che una decisa straorzata che ci permette di creare attraverso la pressione sul rail della tavola una resistenza alla trazione del kite. Al culmine di questa trazione in sostanza si crea il famoso effetto elastico che viene sfruttato per staccarsi dall’acqua e saltare. Ecco come si effettua: si plana di bolina cercando di raggiungere una buona velocità, quella che ci permette di avere ancora il massimo controllo dell’attrezzatura e la possibilità di orzare a proprio piacimento. Facendo pressione sui talloni quando la scia prodotta dalla tavola è abbastanza sostenuta e arriva circa all’altezza del nostro petto si appiattisce per qualche secondo la tavola andando al lasco e quindi si effettua la straorzata, un po’ come se si volesse arrestare di colpo la tavola portandola al vento. Per poggiare è importante tirare la barra per aumentare la trazione generata dal kite.

Raggiunta la massima resistenza durante la straorzata si carica ancora il kite tirando la barra e ci si stacca dall’acqua alzando la gamba anteriore e proiettando la testa e le spalle verso l’ala. Durante tutta la manovra si tiene il kite il più fermo possibile: la posizione ottimale dell’ala è nella zona più alta della finestra del vento a ore 11 o all’una. La perfetta coordinazione tra straorzata e stacco anche senza muovere il kite permette già di spiccare dei buoni salti, nell’ordine di 1-2 metri. Un buon pop combinato con l’inversione dell’ala aumenterà le forze in gioco permettendoci di compiere dei salti di svariati metri.

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Il volo: assetto del corpo e lavoro di barra

Invertire l’ala significa richiamarla dalla posizione di 45 gradi in cui si trova in normale andatura nella direzione opposta fino alle ore 12 e poco più. L’inversione deve avvenire nell’esatto momento in cui si sta imprimendo maggiore resistenza con la tavola alla potenza del kite. In questo modo all’effetto elastico con il kite in posizione alta nella finestra del vento si aggiungerà l’effetto lift che aumenterà l’altezza del salto e di conseguenza il periodo di tempo in volo (in gergo tecnico l’hangtime).

Nel momento in cui ci si stacca dall’acqua durante la fase ascendente è bene raccogliere le gambe e portare la tavola davanti a noi, per mantenere meglio l’equilibrio del corpo e il controllo del volo fino al picco del salto. Quando si sente diminuire la spinta del kite verso l’alto si è a metà strada e inizia la fase discendente. A questo punto si alleggerisce la pressione sulla barra, si riconquista una posizione del corpo verticale e ci si prepara all’atterraggio individuando con lo sguardo il punto esatto in cui si vuole atterrare. Quindi si distendono le gambe e ci si prepara ad ammortizzare l’atterraggio con la tavola perfettamente al lasco. Nel frattempo per rendere l’atterraggio il più morbido e fluido possibile dalle ore 12 circa si richiama l’ala rimandandola con decisione in potenza nella direzione di navigazione, come se si dovesse effettuare una partenza dall’acqua. Una volta atterrati si riprende la normale andatura stringendo a poco a poco il vento.

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Trucchi e astuzie per non sbagliare

Ecco una serie di trucchi durante tutte le fasi del salto che vi permetteranno di chiudere con successo questa manovra, con la massima efficacia e in perfetta sicurezza.

1. Non tirare la barra mentre state straorzando, ma immediatamente prima dello stacco.

2. Per aumentare la pressione sulla tavola aiutatevi con il bacino come a volervi sedere e non arretrate le spalle.

3. Eseguite lo stacco quando il kite sta per raggiungere lo zenith, ossia anticipatelo un attimo.

4. prima di richiamare il kite cercate di avvicinare il più possibile le mani sulla barra, questo per evitare movimenti troppo bruschi sulla barra e farvi perdonare eventuali errori.

5. Non guardare la vela ma cercare di “sentire” la sua posizione attraverso la sensazione che vi trasmette sulla barra.

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Gli errori del principiante da evitare

Il kite cade dietro le spalle. Anche in questo caso la causa è la scarsa pressione sulla tavola che non genera l’effetto lift unita al mancato richiamo dell’ala al momento dello stacco in modo che il kite continua nella direzione dell’inversione fino a uscire dalla finestra del vento e perdere portanza.

Il salto è lungo invece che in alto. Il salto lungo è causato da una pressione insufficiente sulla tavola che non genera sufficiente effetto elastico. Se non si fa resistenza al tiro del kite invece di andare verso l’alto sfruttando l’effetto lift si esegue una sorta di pendolo al lasco.

Atterraggio a “piombo”. Atterrare di peso e schiantarsi in acqua è dovuto al mancato richiamo deciso dell’ala una volta che si è superato il momento di picco del salto e si è iniziata la fase discendente.

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Prima regola: saltare in sicurezza

Infine qualche consiglio sulla sicurezza. Per i primi tentativi del salto base è bene sfruttare condizioni tranquille con acqua piatta e 15-20 nodi di vento costante. La presenza di un minimo chop può rendere un po’ più difficile le cose, ma al tempo stesso si possono utilizzare i frangenti come kicker per aiutare la stacco. Solo una volta che si è familiarizzato con la tecnica e la tempistica del salto in condizioni ottimali si può provare con vento più forte. Prima di saltare è assolutamente imperativo verificare di avere almeno 50 metri di spazio libero sottovento e almeno 30 sopravento. Sarebbe bene indossare sempre il caschetto e un impact e assolutamente evitare l’uso del leash della tavola. Infine fate attenzione a non saltare in acque con fondali troppo bassi e in prossimità della riva o di eventuali ostacoli in acqua: barche, boe, reti da pesca, alberi.

Compresa la tecnica del salto base e rispettate queste poche ma importanti regole di sicurezza non vi resta che provare e riprovare: dietro qualche inevitabile schianto che fa parte del gioco, c’è il divertimento assoluto e quel senso di libertà che solo il kitesurf sa regalare in acqua, come in aria.