Sui laghi il metodo didattico che prevede l’utilizzo del gommone per portare gli allievi al largo ad esercitarsi su pilotaggio dell’ala, body drag e partenze dall’acqua, consente alle scuole di svolgere lezioni anche con venti da terra e rive affollate. Al Kau Kau Club, che si trova sul mare, questo sistema d’insegnamento è diventato uno standard. Ecco perché…

L’istruttore vi ha appena fatto indossare la muta, il trapezio, il salvagente e il caschetto. Siete pronti per il grande giorno: provare finalmente le partenze dall’acqua! Dopo le prime lezioni sulla sicurezza dello spot, i sistemi di sgancio e il pilotaggio dell’ala, è ora di entrare in acqua e provare a mettersi in piedi sulla tavola: “Riuscirò a planare? Dominerò il vento? Ce la farò a farmi trainare dall’ala e domare la tavola? Sono i classici dubbi del principiante. Per avere le risposte bisogna allontanarsi dalla costa e raggiungere il largo a bordo di un gommone. Da lì, in quelle acque profonde, sotto lo sguardo attento dell’istruttore, il principiante combatterà la propria personale battaglia con un unico obiettivo: tornare a terra da rider. Ecco, si è acceso il fuoribordo, pot, pot, pot, si parte…

Chiunque abbia fatto il corso principianti di kitesurf sulle sponde di un lago ricorda bene come ci si sente a bordo di quel gommone che con calma si allontana dalla riva e dirige la prua in un punto imprecisato dell’orizzonte. Sulla maggior parte dei laghi infatti per le lezioni didattiche degli aspiranti kiter le scuole utilizzano questi natanti gonfiabili che spinti da piccoli propulsori consentono di disimpegnarsi dalle rive e raggiungere in breve tempo le acque profonde e libere dove esercitarsi in sicurezza. Una pratica diffusa anche in Italia, dal Garda, al lago di Como, a Bolsena, a Bracciano, etc.

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Vento da terra e rive affollate? No problem…

La lezione con il gommone nella maggior parte dei casi è una sorta di salvavita per le scuole di kitesurf che spesso operano lungo specchi d’acqua che seppure grandi non possono contare su rive vuote di gente e libere da ostacoli. Il pilotaggio dell’ala richiede infatti ampi spazi di manovra difficilmente conciliabili con i lungolago pieni di bagnanti, strutture balneari, bar e ristoranti, alberi e pali della luce. Ma il vero vantaggio di utilizzare il gommone in una lezione di kitesurf è che si può fare pratica al largo anche con vento da terra. In caso di difficoltà infatti la barca può facilmente raggiungere l’allievo e aiutarlo a risolvere qualunque problema: un rilancio dell’ala imperfetto, la perdita della tavola, etc. Non a caso anche dopo, quando i kiter diventano bravi, se vogliono uscire sui laghi spesso devono ricorrere al lift, ovvero al passaggio a bordo di un gommone che li preleva dalla riva e li lascia al largo per poi tornare a riprenderli a fine session.

Per gli istruttori di kite il metodo della lezione in gommone richiede una preparazione specifica, supportata da una didattica studiata ad hoc, ottima coordinazione tra istruttore e timoniere della barca e una discreta esperienza per far fronte a qualunque situazione. Da parte degli allievi lavorare direttamente al largo li abitua da subito alla condizione di acque profonde, a padroneggiare il body drag e il rilancio dall’acqua, anche se non è immune da qualche deficit di apprendimento.

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Il tender al Kau Kau Club è sempre in acqua

In alcuni casi la tecnica di insegnamento del gommone, proprio per i suoi indiscutibili vantaggi, viene utilizzata fruttuosamente anche al mare, per esempio in hot spot come Canarie o Tarifa, e per certe scuole diventa addirittura un vero e proprio standard d’insegnamento. È il caso per esempio della scuola Kau Kau Club, centro di sport acquatici tra i più qualificati in Italia che ha sede nella splendida spiaggia di Fiumaretta (Sp), sulla foce del fiume Magra. Qui a occuparsi dei corsi di kitesurf dedicati ai principianti è Paolo, praticante rider e istruttore con molti anni di esperienza.

Per lui gestire la fase più delicata e per certi versi critica dei suoi corsi, vale a dire l’ingresso dell’allievo in acqua e la pratica prima del body drag e quindi della water start, si svolge sempre a bordo del gommone. “Qui a Fiumaretta in realtà abbiamo il privilegio di avere una battigia larga oltre 200 metri – spiega Paolo – e quando soffiano i tipici venti dai quadranti settentrionali, possiamo contare in acqua su un’area sottovento ampia e libera da ostacoli che sfrutta tutta la baia protetta con bassi fondali per i primi 300 metri. Con queste condizioni viene facile gestire a terra le prime fasi del corso che riguardano i sistemi di sicurezza e il pilotaggio dell’ala. Quando è il momento per l’allievo di entrare in acqua tuttavia ormai il nostro standard prevede l’utilizzo del gommone, anche fuori dalla classica stagione balneare, da giugno a settembre, quando la spiaggia si riempie di bagnanti”.

 

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Prima il briefing, poi si sale a bordo

L’utilizzo della barca e soprattutto l’idea di lavorare in acque profonde potrebbe in qualche modo spaventare gli allievi, già in ansia per la strana sensazione di essere tirati da un’ala imbizzarrita. “Assolutamente no – spiega ancora Paolo – perché prima di salire a bordo con l’allievo facciamo un briefing che comprende il ripasso della teoria, in particolare dei tre sistemi di sicurezza che prevedono il depower dell’ala, lo sgancio del chicken loop e infine lo sgancio del leash, poi spieghiamo che raggiungeremo un’area completamente libera da ostacoli a circa 1 miglio dalla costa dove gli allievi potranno esercitarsi in massima sicurezza. Illustriamo le varie fasi della lezione, gli esercizi che andremo a fare e per ottimizzare la comunicazione in acqua tra noi e gli allievi, rivediamo i segnali internazionali, anche se a volte possiamo fare uso di radio walkie talkie”.

Poiché le attrezzature da kite, in particolare le ali e le barre, vanno preparate in precedenza, gli istruttori illustrano agli allievi come ottimizzare il tutto per sfruttare al meglio gli spazi a bordo del tender e non creare intralcio durante le lezioni: “Terminata la vestizione dell’allievo, comprese le dotazioni di sicurezza, procediamo a stendere i cavi della barra, collegarli all’ala ancora sgonfia e quindi impacchettare il tutto per salire a bordo. Una volta al largo, con l’aiuto di pompe elettriche gonfiamo le ali e le prime volte sono gli istruttori a decollarle per poi passarle all’allievo, poi fanno tutto da soli. Per ogni lezione di solito portiamo due allievi al massimo che lavorano in turn over per mezz’ora circa ciascuno, in modo da avere la possibilità di riposarsi e guardarsi imparando reciprocamente”.

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Allievo sempre monitorato a distanza ravvicinata

Oltre a disimpegnarsi dalle rive affollate di bagnanti e soprattutto a permettere di svolgere le lezioni anche con i pericolosi venti da terra, le lezioni di kitesurf dal gommone hanno anche altri vantaggi: “Il più importante direi che è la sicurezza – racconta Paolo – visto che si può contare su un mezzo di salvataggio veloce che raggiunge in breve tempo l’allievo per qualunque evenienza. Poi c’è il vantaggio di avere un rapporto stretto tra istruttore e allievo, quest’ultimo in pratica non viene mai lasciato solo ma sempre monitorato a distanza ravvicinata per correggere errori, dare delucidazioni e superare momenti di frustrazione. Il che ottimizza enormemente i tempi della lezione”.

Il lavoro didattico a bordo della barca è quindi proficuo per l’allievo che si ritrova calato da subito in una dimensione reale di pratica di questo sport: acqua alta, gestione dell’ala in tutte le condizioni, sviluppo dei punti di riferimento rispetto a venti e correnti, etc. E per l’istruttore che ha sempre l’allievo a “portata d’occhi” e può correggerlo immediatamente ottimizzando la lezione. Tutto bello dunque? “Le lezioni con il gommone sono un ottimo metodo di insegnamento al di là dei vantaggi oggettivi rispetto alla gestione della sicurezza e di poter lavorare con tutte le condizioni di vento – continua Paolo – non mancano naturalmente dei punti critici. Il più importante, nel caso dei laghi, è il lavoro di pilotaggio del kite a terra, sul quale l’allievo può avere delle lacune, in particolare sulle fasi di decollo e atterraggio dell’ala oppure sulla perfetta padronanza del “bordo finestra” con venti leggeri e forti o ancora nella gestione in sicurezza dello spot. Qui a Fiumaretta noi non abbiamo problemi, se non nella stagione balneare, ma rendiamo sempre coscienti i nostri allievi a fine corso dell’importanza di padroneggiare al meglio la gestione dell’attrezzatura a terra, magari invitandoli a migliorare questi aspetti con una lezione integrativa, spostandoci per esempio in altri spot più favorevoli lungo la nostra costa”.

Insomma imparare il kitesurf sfruttando il gommone non deve mettere ansia agli allievi che anzi, quando saranno rider più esperti, potranno mettere a frutto le tecniche imparate e l’esperienza per uscire in sicurezza sui laghi e, perché no, partecipare a kite trip in barca. What goes around, comes around!